Movistar, Alejandro Valverde è fiducioso nel nuovo corso: “Stavolta non ci saranno problemi, se un capitano dovrà sacrificarsi per gli altri, lo farà”
Alla soglia dei quarant’anni, Alejandro Valverde è pronto a cominciare un’altra stagione con l’entusiasmo di un ragazzino. In un’intervista botta e risposta concessa a Marca, lo spagnolo della Movistar ha tracciato il bilancio del 2019, corso con indosso la maglia di campione del mondo, e si è già proiettato sulla stagione che ormai sta per cominciare. Il murciano ha parlato dei suoi obiettivi, con le Olimpiadi di Tokyo in testa, seguite poi anche da Vuelta e mondiale che sembrano entrambe adatte alle caratteristiche dell’Embatido. Infine, il campione nazionale spagnolo si è soffermato sulla ringiovanimento del suo team, con l’arrivo di Enric Mas e la promozione a capitano di Marc Soler.
D: Qual è il bilancio dell’ultima stagione?
R: È stato un anno positivo, ho vinto meno di quanto pensassi ma mi sono goduto la maglia di campione del mondo. Ho lottato per tanti anni per ottenerla, per me è stato qualcosa di incredibile, in un certo senso è come se mi avesse messo le ali.
D: Cosa pensi del percorso della prossima Vuelta?
R: Bello e molto esigente, come sempre. Sarà duro, per scalatori, con due cronometro, ma equilibrato ed entusiasmante. Le tappe chiave sono concentrate nella seconda settimana, anche se Arrate è già nella quarta tappa e già si faranno differenze. Poi ci sono anche il Tourmalet, Farrapona, La Covitilla, che corsa! Personalmente, mi si addice, ma vediamo prima come ci arrivo, perché sarà subito dopo i Giochi.
D: Il 2020 sarà tutto concentrato sui Giochi Olimpici, una delle ultime grandi sfide rimaste.
R: Sì, sarà l’obiettivo principale, ma ce ne saranno altri. Voglio arrivare a Tokyo nella miglior condizione possibile. Anche il mondiale sarà un evento molto importante, ma ora sono concentrato sulle Olimpiadi. Si tratta di quella grande sfida che ancora mi manca e questo mi entusiasma tantissimo.
D: Hai già anticipato a Radio Marca che non terminerai il Tour per arrivare meglio in Giappone.
R: S’, l’idea è quella. Tutti riconoscono che è molto difficile essere al 100% a Tokyo andando al massimo fino all’ultimo giorno del Tour. Per questo, salvo sorprese, il piano è questo e credo che sia la decisione migliore. Lo stesso vale per la Vuelta. Torneremo stanchi dal Giappone e avremo bisogno di tempo per adattarci. Probabilmente non sarò nella mia forma migliore, ma servirà per prepararmi al mondiale.
D:Un anno di cambiamenti in Movistar, sarà un’annata di transizione? Il tridente porta con sé brutti ricordi.
R: Tutti i leader per uno, deve essere così. Devono esserci buone sensazioni, c’è un calendario per tutti. Lavoreremo alla perfezione, se uno dovrà sacrificarsi per gli altri, non ci saranno problemi.
D: In passato non è sempre stato così…
R: Ora parliamo di presente e futuro. Al Tour e alla Vuelta andremo tutti e tre e credo che sia una cosa positiva, così saremo più forti. Lo vediamo con le altre squadre che vanno con tre capitano. Stavolta non ci saranno problemi.
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